Clarimerdorto, il resoconto

È ormai giunto settembre e con le prime brezze mattutine e il rinverdirsi dei prati è arrivato anche il momento di tirare le somme. Tra risultati sensazionali e delusioni scottanti, infatti, quest’estate ci ha riservato sorprese ad ogni angolo. Per me sono stati mesi deleteri che continuano a perdurare, incollata al pc da mattina a sera in questo soggiorno che è diventato anche il mio ufficio, agghindata per metà come Tata Francesca in The Nanny prima di andare a dormire e per metà come un pescatore di siluri del Po. Ho girovagato per giardino, balcone, stanzina degli orrori, ho montato una tenda ombreggiante e poi mi sono finta in spiaggia con ombrellone di giorno e lucine appese di sera. Mi sono creata il portfolio, ho iniziato a concentrarmi solo sul copywriting per una nuova Agenzia, ho imparato a fermarmi per il pranzo e a chiudere il pc quando è sera. Alla fine ho fatto cose nuove, ma tutto questo non è servito a tirarmi su il morale. Il futuro incerto, che per noi bilance è motivo di grande ansia (Paolo Fox esci da questo corpo) a cui sto andando incontro mi provoca crolli emotivi e grandi sessioni automotivanti che si riassumono però in fermezza di spirito e autocontrollo, di cui mi stupisco e mi compiaccio.
La Rossella O-hara che è in me ripete da mesi “Dopotutto, domani è un altro giorno”, ma è bene che mi renda conto che alla ragazza non è andata poi così bene. In ogni caso questa non è una seduta di psicoterapia, lo so, e siamo qui per parlare dell’orto. Del resto di cosa mi lamento, ho un orto e due + 10 galline.



ORTO E LOCKDOWN

L’avventura dell’orto, per chi non avesse seguito le primissime dirette instagram, è iniziata ad aprile, quando bloccati a casa dal lockdown abbiamo deciso di recuperare il terreno coltivato negli anni scorsi dal buon Ghillani, che quest’anno, per ovvi motivi, non avrebbe potuto coltivare. Non ho scelto praticamente nulla delle varietà piantate, solo le specie in modo sommario. Non potendo infatti recarmi al vivaio, ho sempre messo tutto nelle mani del fragolero di ritorno dal lavoro, il quale ha acquistato ortaggi senza andare troppo per il sottile, diciamo pure a cazzo. La sola cosa su cui mi ero impuntata, ricordo, erano i fagiolini viola e i pomodorini gialli. In quest’orto, da aprile ad oggi, ne sono successe di tutti i colori e di seguito voglio raccontarvi tutto. Per comodità dividerò il tutto in paragrafi, ciascuno dedicato ad un tipo di ortaggio.

Preparazione del terreno

L’orto come ben sapete si trova a qualche minuto a piedi da casa, in piena pendenza e a pochi passi da un laghetto che ci ha permesso di irrigare tutta estate attraverso l’impianto d’irrigazione goccia a goccia montano da noi. Il nostro timore era che la pressione, durante la stagione più calda, scendesse a tal punto da non permettere ai tubi di riempirsi in modo corretto e invece, PRIMO OTTIMO RISULTATO, ha sempre funzionato alla grande!

MUGUGNI E TITUBANZE

Durante tutto maggio e tutto giugno le piantine crescevano a stento e mentre l’orto di mia mamma e di altri vicini produceva rigoglioso i primi frutti, il nostro sembrava nel bel mezzo di una carestia. C’era chi ci consigliava di cavare le piante più striminzite e di piantarne altre da zero, chi sospettava che le temperature ancora troppo rigide di aprile avessero bloccato la crescita delle suddette per sempre, chi urlava al nanismo, chi sosteneva che il noce ombreggiasse troppo le piante più a destra! Ma come è andata a finire ?

ZUCCHINE

Le zucchine, tonde, trombetta, milano, sono quelle che all’inizio faticavano di più a partire, ma da fine giugno son scattate come treni e hanno prodotto oltre ogni aspettativa. Mia nonna Pina ha ancora il rigetto pensando a tutte le zucchine che ha dovuto mangiare quest’estate.
Ancora adesso sono enormi ed in piena produzione. A me piace raccoglierle giovani, son più gustose e con meno semi, ma capita che talvolta mi sfuggano nascoste tra le foglie. Le ho fatte in tutti i modi, trifolate, crude, fritte, gratinate, ripiene e persino congelate sottoforma di vellutate.

Ricette:

Zucchine femminile plurale. Ripiene

TAGETE, NASTURZI E FIORI DI ZUCCA

Di pari passo con le zucchine sono arrivati anche i fiori di zucca che con i primi di luglio hanno davvero dato il meglio. Io personalmente preferisco quelli di zucca, più resistenti e più profumati, ottimi da riempire. Devo ammettere che i fiori nell’orto sono stati una bella scoperta, in particolare i nasturzi, piantati dal nulla e sbocciati in tutta la loro bellezza. Dal sapore leggermente piccante li ho utilizzati in insalata insieme ai tagete. Mentre le foglie le ho riciclate per ottime frittate.
Anche la malva e le zinnie si sono rivelate ottime compagne di orto.

Ricetta Gratin di fiori di zucca https://leclaricette.com/2020/07/05/gratin-di-zucchine-e-fiori-di-zucca/

POMODORI, PEPERONI E MELANZANE

Gli anni passati ho sempre piantato queste 3 varietà sul balcone e, in tutta franchezza, sarebbe stato meglio optare per questa soluzione anche quest’anno. I pomodori, praticamente solo datterini – a me piacciono questi- sia nella varietà gialla che rossa, sono stati prolifici e ci hanno regalato focacce, insalate e sughetti davvero deliziosi, peperoni e melanzane , invece, hanno deluso di brutto. Probabilmente la zona in cui li ho posizionati non è stata la più azzeccata, metterò da parte l’insegnamento per l’anno nuovo.

PEPERONCINI

I peperoncini sono meravigliosi e assolutamente decorativi, forse un po’ penalizzati in quel campo laggiù tra arature e mietiture. Tuttavia hanno prodotto e stanno tutt’ora producendo, li ho messi a seccare sotto la tettoia del balcone, raccolti in mazzi che solo a guardarli ti senti in Calabria. Forse li regalerò a Natale.

Fagiolini

Se il mio congelatore potesse parlare, inizierebbe sputando fagiolini. Nani, lunghi verdi e viola, di fagiolini ne abbiamo raccolti chili e chili. Regalati, divorati, surgelati, c’è stato un momento in cui non sapevamo più che cosa farne. Ed ora li abbiamo ripiantati, giusto per masochismo. Ottimi con le patate o con il pesto.

Ricetta di patate e Fagiolini gratinati https://leclaricette.com/2020/07/05/come-fossi-a-genova/

A proposito di patate, le nostre hanno prodotto poco, per fortuna Giancarlo, proprietario del terreno, ne aveva piantate in abbondanza insieme alle cipolline borettane e ce ne ha donati un paio di secchi pieni.

ZUCCHE

Le zucche, piantate in semi direttamente nel terreno, non sono nate in quantità, ma le poche che sono sopravvissute hanno portato avanti i loro frutti alla grande. Ne abbiamo già raccolte tre, non enormi, ma sane e belle.

ERBE AROMATICHE

la storia delle erbe aromatiche è finita quasi in partenza quando a maggio, dimenticandomi di innaffiarle per più di 3 giorni, ne ho uccisa la maggior parte. Al resto ci hanno pensato la Tosca e Plinio, pulcini diventati ormai grandi, che hanno raso al suolo tutti semenzai creati dalla sottoscritta con amore. Maggiorana, timo, origano, erba luigia e 60 piantine di basilico , ecco cosa ne è rimasto.
Col basilico comunque ci è venuto un signor pesto!

MELONI E ANGURIE

Sui meloni e sulle angurie stendiamo un velo pietoso, il terreno non è dei migliori e nemmeno noi ci siamo applicati più di tanto. Comunque qualcosa abbiamo mangiato e non era neanche male. Ciononostante i meloni non mollano e sono ancora tutti fioriti, chi glielo dice che non matureranno mai?

Insalate, cetrioli, sedano e altre cosucce ci hanno dato soddisfazione, ma niente di più.

Ricetta della Salsa Tzatziki https://leclaricette.com/2020/07/06/salsa-tzatziki-ricordo-di-grecia/

CONCLUSIONI

Ripensando a come era partita e a come è andata a finire sono contenta di aver piantato l’orto in quel burrone ombreggiato. E’ un bel posto e ho potuto ammirare le evoluzioni del laghetto, adorabile tinto di fiori viola. Brevemente, ecco i pro dell’orto: verdura fresca tutta l’estate, soddisfazione immensa e sfogo per questo lavoro da casa che mi sta facendo sbarellare.
Contro dell’orto: trovandosi nel bel mezzo di un campo e nemmeno troppo vicino a casa, sul finire di luglio la situazione ci è sfuggita di mano. Gramigna e erbe infestanti lo hanno trasformato in una jungla a tal punto dal renderlo quasi irrecuperabile. lo abbiamo quindi portato avanti facendoci largo tra muri di vegetazione e ragni.

Col senno di poi lo rifarei, piantando i teli come ha fatto quella saggia di mia mamma e gestendo al meglio la disposzione delle piante. Ora so molte più cose su ombra e canalizzazione dell’acqua.
Cosa non rifarei?
L’orto nel campo non è un giardino aplino in cui alternare verdure e fiori con grazie ed eleganza. E’ uno spazio rustico e come tale va trattato. I fiori li riserverò ad orti decorativi, se mai potrò farne.

Ed ora? Bè adesso tocca all’orto invernale!

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