parma: dolce, liscia e colore malva
Dolce, liscia e colore malva.
Così Proust amava definire Parma, pur non essendoci mai stato.
Dolce, liscia e colore malva, l’aveva immaginata come una violetta.
Ora, car* amici*, se siete stati almeno una volta nella vita a Parma avrete certamente notato che la violetta, sì certo insieme al cotechino, non è solo un contorno floreale dal profumo discutibile, ma un vero e proprio simbolo della città. E no, Proust non si era inventato nulla, aveva anzi cercato ispirazione nella storia di Parma e della sua Duchessa.
Oggi la nuova rubrica dedicata al territorio emiliano all’interno del progetto Viaggi Cibo Emilia (IG @Viaggi.Cibo.Emilia ), vi porta a Parma.

Violette? Duchessa? Ma di cosa stiamo parlando?
Dovete sapere che dal 1816, per ben 32 anni, a Parma regnò la Duchessa Maria Luigia d’Asburgo Lorena , per gli amici solo Maria Luigia, nientepopodimeno che seconda moglie di Napoleone Bonaparte. Maria Luigia, donna e sovrana illuminata, una volta divenuta Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, non ci mise molto ad entrare nel cuore dei parmigiani; in primis, grazie al ricco programma di interventi che mise in atto e che contribuirono a modificare radicalmente la città, trasformandola in un centro culturalmente attivo. Dal Teatro Regio alla Reggia di Colorno, dal Parco Ducale al Cimitero Monumentale della Villetta, dal Giallo Parma alla, tenetevi forte amic*, esatto, alla ricercatissima, amatissima, profumatissima Violetta di Parma.

LA VIOLETTA DI PARMA E LA DUCHESSA
Pare che la Duchessa, ancor prima di insediarsi in città conoscesse ed apprezzasse questo fiore. Con ogni probabilità perché strettamente legato alla figura del marito, Napoleone, detto anche il Caporal Violet, spesso rappresentato sotto forma di violette nelle stampe dell’epoca.
“Vi prego di farmi tenere qualche pianta di Violetta di Parma con la istruzione scritta per piantarle e farle fiorire; io spero che esse germoglieranno bene, poichè io divengo una studiosa di botanica, e sarò contenta di coltivare ancora questo leggiadro piccolo fiore…” , scriveva dal castello di Schonbrunn alla sua dama di compagnia a Parigi.
Si narra inoltre che la Duchessa fosse arrivata a Parma proprio all’inizio della primavera, periodo in cui le violette invadono i prati e le bordure dei parchi inebriando la città di quel suo tipico profumo delicato. Anche questo, ricordandole il marito lontano, l’aveva irrimediabilmente legata alla città.
Una volta insediatasi a Parma, Maria Luigia si dedicò personalmente alla coltivazione delle violette sia nell’Orto Botanico, da lei commissionato, che nel giardino della sua residenza estiva di Colorno.
Si dice che in alcune lettere la Duchessa amasse sostituire la sua firma con una violetta dipinta e che fosse un elemento ricorrente anche negli oggetti di uso quotidiano, dai servizi di piatti agli abiti. Anche i suoi valletti e i cortigiani indossavano abiti viola.
Alla Duchessa però non bastava godere di quel fiore solo vedendolo raffigurato qua e là, lei desiderava godere del suo profumo tutto l’anno. Fu così che si elesse a grande sostenitrice delle ricerche che i frati del Convento dell’Annunziata stavano conducendo per creare una fragranza ad hoc. E ci riuscirono.
Ancora oggi, infatti, il profumo “Violetta di Parma”, sopravvissuto alle mode e ai decenni, si può ammirare in alcune vetrine del centro storico. Affinando il naso, se siete fortunati, potrete riconoscerlo sul collo e i polsi di qualche nostalgica signora, nel foyer del Teatro Regio, alla prima di una qualche opera importante.
I parmigiano sono rimasti così legati alla figura della Duchessa che, a distanza di oltre due secoli, ogni anno un gruppo di parmigiani porta un mazzolino di violette sulla sua tomba a Vienna.
Ehi, fermi tutti! E le violette candite?
Le violette candite
Lo sapete, se a Parma non mangiamo, non siamo contenti. E così le violette, da fiori delicati e boccette di profumo sono diventate anche deliziosi bon bon da accompagnare a thè, caffè. Vengono utilizzati anche per decorare torte speciali, proprio come la Torta Duchessa.
Io ho provato a realizzarle, ecco la mia ricetta.

INGREDIENTI:
-albume di un uovo
-zucchero semolato
-violette (quante volete voi)
PROCEDIMENTO:
Raccogliete le violette più grandi e belle, sarà più facile spennellarle.
Lavatele ed asciugatele, quindi disponetele su un foglio di carta a forno e spennellatele con dell’albume.
Vi servirà un pennellino per facilitare l’operazione.
Impanatele nello zucchero semolato e lasciatele solidificare. Una volta pronte (dopo almeno una notte di riposo) riponetele in una scatola chiusa ermeticamente e conservatele in un luogo asciutto.
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Per gustare queste piccole opere d’arte vi consiglio:
Pasticceria Provinciali
Parma, Via Carmignani 14/b
Telefono: 0521233363
Orari: dalle 7,00 alle 19,00.
Chiuso il martedì
https://www.pasticceriaprovinciali.it/
Se vuoi continuare il viaggio in Emilia tra scrittori e territorio ti consiglio di leggere anche Parma- Maria Luigia, la Duchessa che tutti vorrebbero a cura di Kristina Chierici.
Stay violet, stay pensée.
C.
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