Il mio sguardo incrocia l’orologio. Sono le 22:22 e sto per esprimere un desiderio. Devo farlo in fretta prima che scatti il 23esimo minuto, ma l’ansia mi assale e più mi affretto e meno performo.
È allora che ricorro al mio portadocumenti dei desideri, un po’ impolverato, ma sempre stracolmo, lo maneggio agitata, mi sguscia, lo riprendo. Coi fogli immaginari che escono da ogni spiffero, finalmente lo impugno e lo apro e friggo perché non so leggere la risposta. La foga mi acceca e penso subito al qui e ora, alla futilità del momento “che nevichi domani e che stiamo tutti a letto”, ma nemmeno finisco di pensarlo che mi ravvedo e passo ad altro. Dai questo sarebbe bello, “fa che sfondi e la faccio vedere a tutti quelli che mi hanno snobbata” . Ma chi ci crede, mi suggerisco. E allora cambio. “I soldi!” Ecco, chiediamo I soldi che servono sempre. Per la salute, per la tranquillità, per la… E che tristezza sprecare un desiderio per i soldi. Mi vergogno un po’, ma tanto nessuno mi sente. Non si chiedono i soldi nei desideri, e le serre? No, avida! E allora chiedo 10 kg in meno. No, nemmeno quelli. 3, si può? 3,2. Lascio?
Chiedo che nessuno abbia più fame.
Che la terra rinsavisca.
Che nessuno venga più ucciso.
Che tutti siano liberi.
Ma non siamo a Miss Italia, francamente mi mancano i centimetri. Anzi ce li ho, ma nel girovita.
Allora ridimensiono: “Chiedo la salute per la mia famiglia!” – Ma che siamo in chiesa? – mi suggeriscono coattamente dalla regia. Però è un bel pensiero e va sempre bene perché di salute non ce n’è mai troppa.
No, no, no. Non ci siamo!
22:22:59
Ci siamo. Devo buttarmi altrimenti svanisce.
E allora scandisco senza proferire parola “FA CHE I CAVOLI NON GELINO MAI”
Che alla fine i cavoli son buoni e mi danno speranza.
22:23
Buonanotte