Narranatura – la campagnola prodiga

Il melo era adorno di luci e Giulia, in quel giugno così attivo tra orto, pollaio e cucina, in quella sera di frinire e versi in lontananza, vagava libera con la mente. Si Gustava un bel bicchiere ghiacciato di latte di mandorle che aveva preparato alla mattina, avvolta nel suo abito a fiori ricamato di fresco.

Tormentava il suo ciondolo a palla di vetro, lo agitava facendone sollevare la neve all’interno e volava fino a… Tanto vagò che si addormentò, con il ciondolo ancora impigliato tra le dita. La destarono il calore del camino, un profumo di cannella e torta di mele nell’aria e Holly Jolly Christmas in lontananza. Il Natale la faceva sentire così bene che lo aspettava tutto l’anno, lo aspettava a tal punto che non perdeva occasione per improvvisare un conto alla rovescia, anche nel bel mezzo di agosto. Il cibo, l’atmosfera, lo sguardo verso un’insolita e sincera introspezione, gli addobbi, la famiglia, l’attesa. Ecco forse era proprio l’attesa ad averla fatta innamorare, la lentezza, i tempi ben scanditi, le impossibili scorciatoie.

E forse era per questo che il suo calendario d’avvento andava a suon di semine e raccolti, faceva tutto parte di questa assurda quanto dolce attesa lunga un anno intero. “Giulia, vieni in casa, ormai è tardi!”. Aprì un occhio, ricompose assonnata i suoi oggetti e si incamminò verso casa canticchiando tra sè e sè l’ultima strofa di Holly Jolly Christmas. Si voltò per un’ultima buonanotte al Melo e le parve diverso. Adorno di luci, il 24 giugno. O forse era il 24 di dicembre. Al melo non importava, il suo Natale era ancora lontano e non contava il giorno in cui sarebbe arrivato, ma quanto sarebbe stato magico arrivarci.

Hohoho, manca un solo giorno a dicembre, hanno previsto neve per il weekend ed il Natale è dietro l’angolo. Ecco perché per questa puntata di #narranatura ho scelto, per l’appunto, una narratrice d’eccezione.

Capelli rossi, lentiggini al viso ed una passione sfrenata per il Natale, la protagonista di oggi è Giulia, una ragazza che, se non fosse per il suo marcato accento veronese, potrebbe benissimo essere la vicina di casa del vecchio babbo.


Ma in Lapponia, si sa, se li sognano i peperoni belli come i suoi ed è per questo che ci piace italianissima, con quell’aura magica che profuma di pino anche quando ci racconta di rapanelli. Hohoho ohana, è questo il nome del progetto a cui ha dato vita circa un anno fa, in cui unisce la sua passione per la natura a quella per il Natale, il tutto passando attraverso una parola essenziale:ohana. Ohana, famiglia, di quelle in cui nessuno viene abbandonato o dimenticato, di quelle che vogliamo porti il Natale.

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