La signora Tina Peracchi, quella da cui vado a curare la casa di riposo per galline anziane, nel suo giardinetto ha una pianta di giuggiole. Non le avevo mai viste nè assaggiate, assomigliano ad olive nella forme e nelle dimensioni, più ambrate nel colore e decisamente differenti nel gusto. Sono frutti antichi, già noti ad Egizi e poi anche ai Romani ed hanno un sapore a metà tra la mela ed il dattero. Dichiaro in partenza che a me non piacciono affatto, ma ero curiosa di preparare questo fantomatico brodo di giuggiole.

Cercando in rete ho trovato principalmente due correnti di pensiero, una che molto si avvicina alla preparazione di uno sciroppo, l’altra più simile ad un fermentato, ovviamente li ho provati entrambi. Prepararli è davvero semplice, l’unica difficoltà è bilanciare a dovere tutti gli ingredienti in modo che nessuno prevalga sugli altri.
Gli ingredienti
Gli ingredienti necessari sono gli stessi per entrambe le preparazioni:
1 kg di giuggiole mature
300 gr di mele cotogne
1 melograno
1 kg di zucchero
2 grappoli d’uva
la buccia di 1 limone
acqua q.b.

Brodo di giuggiole, versione sciropposa
Per la versione sciropposa dovrete far bollire tutti gli ingredienti per circa 90 minuti continuando a mescolare. Una volta trascorso il tempo non dovrete fare altro che filtrare il tutto e imbottigliare il liquido. Sarà perfetto da aggiungere a tisane, infusi e anche in alcuni dolci. Ottimo e profumatissimo per un thè invernale con le amiche.
Brodo di giuggiole, versione liquorosa
Per la versione alcolica (anche se stiamo parlando di una percentuale davvero bassa, inferiore a 24) dovrete invece mettere tutti gli ingredienti in un grande vaso e lasciare in infusione per circa due mesi. Trascorsi i due mesi di tempo basterà filtrare il tutto ed imbottigliarlo. Il brodo di giuggiole viene spesso utilizzato a mo’ di “Vin Santo”, ideale per intingerci biscotti secchi a fine pasto o per una merenda un po’ più corazzata del the della cinque.
Curiosità 1
Curiosità 1: Nell’Odissea il frutto del loto citato da Omero, quello che portò all’oblio gli uomini di Ulisse sbarcati sull’isola dei Lotofagi, potrebbe in realtà essere un giuggiolo selvatico.
Curiosità 2
Curiosità 2: Fu la potente famiglia dei Gonzaga ad esaltare l’uso della giuggiola e del suo brodo nel nord Italia. Si narra che nella loro residenza estiva in prossimità del lago di Garda, denominata “il Serraglio” venisse prodotto ed offerto agli ospiti un delizioso liquore a base di giuggiole, il famoso brodo di giuggiole.
Andare in brodo di giuggiole
Modo di dire: “Andare in un brodo di giuggiole”, la famiglia Gonzaga rese così noto questo apprezzatissimo liquore che divenne presto protagonista del famoso modo di dire, impiegato proprio come sinonimo del godere di una situazione estremamente piacevole.

Personalizzazioni
Per ora ho potuto assaggiare solamente la preparazione sciropposa e gli elementi risultano ben equilibrati, l’unico neo è che non avendo più avuto a disposizione l’uva fresca e non volendola acquistare appositamente ho aggiunto del succo d’uva già in fermentazione nei tini che avevo sottomano. Questo ha reso il tutto un po’ meno dolce, ma forse è una fortuna.
Vi terrò aggiornati sulla versione liquorosa!
C.