Quando da piccola mi nascondevo per ore nelle baracche del Taro nella speranza che qualche volatile raro venisse attratto dai miei richiami acquistati da Oliva Caccia e Pesca non sapevo che in zona Basilicanova anche un’altra ragazzina si appostava allo stesso modo con la stessa fulgente speranza di avvistare qualche animale selvatico.

Poi io mi son buttata sulle galline, lei invece ha continuato unendo questa passione per la natura all’altra sua grande passione, la fotografia.
Ebbene, nonostante l’intro autobiografica e nonostante abbia i riccioli come me io oggi non c’entro nulla, la protagonista della 7° puntata di #Narranatura è @eleonora bandini, fotografa freelance di talento che è riuscita a fare della sua passione anche la sua professione.

Era il 2016 quando si laureava in Economia e Marketing con una laurea magistrale in Trade Marketing e strategie commerciali, la metteva da parte e decideva di volare come un greppio verso la vita che voleva. Quando nel 2013, per la laurea triennale, le avevano regalato una Reflex aveva infatti subito capito che quella sarebbe stata la sua professione e così è stato.

Insieme al suo amico e collega Manuel Malcotti, anch’esso fotografo con esperienza pluriennale che vanta pubblicazioni su svariati siti e magazine di riferimento, ha fondato Photografem Productions , una realtà tutta parmigiana in cui oltre ad occuparsi di advertising, advertising sportivo, action e outdoor per marchi importanti e multinazionali, organizza corsi e workshop fotografici.

Il suo cuore però non ha mai smesso di battere per la fotografia naturalistica, una disciplina complessa, fatta di regole, intuito e sensibilità per la quale servono certamente importanti competenze tecniche, ma soprattutto tanta pazienza e determinazione. La stessa di quando da bambina si appostava nelle baracche del fiume. Ogni scatto nasconde almeno tre storie, quella del soggetto, quella del soggetto nell’ambiente e quella del fotografo. Non basta fare un trekking e sperare di incontrare camosci e marmotte, bisogna conoscerne le abitudini, dove vanno ad abbeverarsi per esempio, in quale ciclo di vita si trovano, perché si muovono in un certo modo. Solo una volta raggiunto un certo livello di conoscenza dell’ambiente circostante e della sua fauna si potrà davvero agire nel rispetto degli animali senza il rischio di fungere da disturbatori.
Eleonora con intuito e disciplina ci regala frammenti di vita vera, fermi immagine di tutte le variabili ad un punto preciso della freccia temporale, raccontando ogni volta una storia di natura e di vita altamente personale ed irriproducibile.
Qui il gracchio alpino, selezionato tra le 100 foto migliori del KIKU photo award, IMS photo contest nel 2015 per il concorso “I volti della montagna”.
